|
Un
curricolo plurilingue offre una serie di potenzialità non disgiunte da
criticità e condizionamenti. La prima percezione di allievi e genitori (ma
anche di insegnanti) è basata spesso sull’equazione: più lingue = più
“materie”. Non di rado più lingue significa innanzitutto, a livello di
“curricolo esplicito” (cioè di quadri orari, programmi, sillabi) più spazi
orari, spesso ridotti e parcellizzati. Nel contempo, si percepisce la
necessità di un’economia di tempi, spazi, risorse umane e materiali: la necessità
di un’”ecologia” degli apprendimenti a scuola. Questo implica un’esigenza di
integrazione delle progettazioni disciplinari e di coordinamento tra
insegnanti dell’area linguistica – esigenze d’altronde sempre esistite, sia
pure nelle forme a volte più superficiali (come quando l’insegnante di lingua
straniera chiedeva alla sua collega di lettere di “farle i pronomi personali
in IA”, perché la settimana dopo li avrebbe fatti lei in inglese o francese
…).
|